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giovedì 30 ottobre 2014

Rufus - Il Destino di un Cane



Fin da bambino avevo sempre desiderato di avere un cane, ma mai c'era stata la possibilità di avere esaudito questo desiderio. Erano i tempi in cui l'Italia era ancora in guerra e lo spazio abitativo era poco anche per noi. 
Neanche pensabile potere tenere un cane !  
Da ragazzo poi mi era stato ancora precluso questo desiderio, adducendo varie scuse sulla mancanza di spazio e sulla possibilità di poterlo accudire in maniera adeguata. 
Crescendo ed avendo acquisito l'indipendenza economica, avrei potuto realizzare il mio sogno, ma tra il lavoro, la famiglia e gli impegni sia miei che di mia moglie, l' idea di prendere un amico peloso fini per passare nel dimenticatoio.  
E così passarono gli anni ed i decenni con questo desiderio insoddisfatto.  
Mio figlio Maurizio, il minore, preso dallo stesso desiderio, propose di prendere un cagnolino.  
Ma sia mia moglie che io lavoravamo, e nessuno di noi poteva prendere questo impegno.  
Probabilmente per non dire né si né no e per differire questa richiesta mia moglie propose di prenderlo appena lei fosse andata in pensione.  
Ed arrivò il fatidico momento che mia moglie , un paio di anni prima di me, smise di lavorare per andare in pensione. Una sera mentre ci apprestavamo a cenare, mio figlio Maurizio rientrò assieme alla ragazza con la quale allora amoreggiava, recando tra le braccia uno strano fagotto che si agitava.  
Era un bellissimo cucciolo di taglia media, snello, col pelo raso e di colore gelato di nocciola.  
Lo aveva trovato legato ad un palo, probabilmente qualcuno lo aveva abbandonato li per disfarsene. 
Io, mio figlio e la sua ragazza eravamo entusiasti ed ovviamente, favorevoli a tenerlo ma mia moglie, che fino ad allora, aveva sempre avuto un terrore pazzo per i cani, era li per li per avanzare qualche scusa ed obiezione.  
Ma, come se avesse capito dove si trovava l'ostacolo da superare, il cagnolino si piazzò proprio davanti a lei e guardandola si mise allegramente a scodinzolare.  
Bastò quel gesto per fare crollare le mura di Gerico e quel cane a cui demmo subito il nome Rufus, entrò a fare parte della nostra famiglia.  
Chi non ha mai provato ad avere con se un cane, non potrà mai capire come questo ingresso, possa cambiare completamente la propria vita.
Senza tema di smentita si può paragonare l'evento ad una nuova nascita in famiglia. L'atmosfera era più gioiosa. 
Rufus era proprio un rubacuori e riuscì in pochi giorni a farsi volere bene da tutti a partire da mia moglie che dall'essere titubante era passata ad essere quella che di più lo coccolava e lo viziava.  
Seguirono da quei giorni quasi due anni di grande letizia. 
Nel frattempo anche io ero andato in pensione ed era, per noi, una gioia portarlo al parco dove Rufus che era un cagnolino festoso ed andava d'accordo con tutti gli altri cani, era diventato il beniamino di tutti, per la sua simpatia e voglia di giocare. 
Perfino i cani più scorbutici con lui perdevano ogni aggressività.  
Una mattina, come al solito, mia moglie che lo aveva portato a giocare nel piccolo parco dietro casa, tornò a casa agitata , raccontandomi che Rufus correndo per giocare con gli altri cani, aveva sbattuto violentemente contro una panchina, cadendo e rimanendo immobile per alcuni istanti. Si era poi ripreso e tornato a giocare come se nulla fosse accaduto.  
Pensavo tutto fosse andato per il meglio, ma nel pomeriggio sentii forti rumori provenire dalla stanza dove si trovava.  
Mi precipitai e lo vidi per terra che si sbatteva in preda a convulsioni. Con enormi difficoltà cercai di prenderlo in braccio per evitare che sbattendo così si facesse più male e dopo un paio di minuti, tornò in se, ma molto stralunato. 
Chiamai immediatamente il veterinario, che essendo un compagno di scuola del mio figlio Massimo, il maggiore, venne immediatamente e la diagnosi fu una condanna inequivocabile: - Epilessia. 
Il povero Rufus ci guardava con lo sguardo smarrito ed aveva perso completamente la memoria.  
Forse non ci riconosceva neanche più. 
Non ricordava neanche più di alzare la zampa per fare la pipì. 
Seguirono sei mesi di cure intense in cui tutti riversammo su lui tutte le nostre cure ed attenzioni ed eravamo riusciti a riportarlo alla normalità.  
Gli attacchi erano sempre meno frequenti la sua indole gioiosa prevaleva e lasciava sperare il meglio.  
Ma il destino aveva stabilito diversamente.  
Un pomeriggio due amici di mio figlio che stavano portando il loro cane al Parco Nord, ci chiesero di affidargli Rufus per portarlo con loro. 
Non era la prima volta che lo portavano fuori e quindi acconsentimmo volentieri.  
La sera, tornarono mogi con il loro solo cane. 
E Rufus ?  
Rufus si era perso e non erano riusciti piu a rintracciarlo. 
Fu una doccia fredda e tutti ci mobilitammo per fare il possibile per recuperarlo.  
Non ci fu nulla da fare. 
Ogni tentativo rimase vano.  
Misi delle inserzione sui quotidiani promettendo ricompense. Attaccai post-it ad ogni palo delle vicinanze del Parco Nord. 
Consultai tutti gli studi veterinari, pensando che se qualcuno lo avesse trovato, sarebbe dovuto ricorrere ad un veterinario, perché senza assumere le medicine, sarebbero tornati gli attacchi. 
Ma niente ! 
Ancora oggi mi porto dietro il dolore di non sapere che fine abbia fatto ed il pentimento di averlo affidato ad altri.  
Eravamo tutti distrutti. 
Mia moglie che si era affezionata talmente a lui da non provare piu paura per gli altri cani, non si dava pace. 
Mi ripromisi di non prendere più un cane, per non provare ancora un dolore simile, ma poi questo proponimento non fu mantenuto. Ma questa è un'altra storia !

R.Margareci  
30-10-2014

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